Terzo capitolo del nostro romanzo domenicale a puntate dedicato alla vita e alla formazione enologica di un lavoratore e bevitore.
Zeno Raboso e la scoperta della Ribolla Gialla spumantizzata
Zeno Raboso andava dove lo mandava Anacleto. Quando il suo titolare riceveva una richiesta di intervento per riparare dei grossi motori, nove volte su dieci mandava Zeno a risolvere il problema. C’erano anche altri due dipendenti, dei bravi ragazzi, ma meno esperti di Zeno e, soprattutto, sposati e padri di famiglia, quindi più vincolati da impegni e meno disponibili a straordinari o addirittura trasferte.
Zeno Raboso invece era un lupo solitario e non gli dispiaceva affatto andarsene in giro, dormire fuori e cenare in qualche buon ristorantino.
"Dolegna del Collio, sai dove si trova?"
Anacleto aveva spiegato a Zeno che lì, in Friuli Venezia Giulia, si trovava un antico mulino che era stato recentemente motorizzato e rappresentava un’importante risorsa per tutto il territorio, che non aveva mai smesso di utilizzarlo per le ottime farine locali. Dopo la motorizzazione era decisamente aumentata la produttività e il mulino si era trasformato in una vera e propria azienda con diversi dipendenti.
Cercò sul cellulare l’indirizzo esatto. Non era lontano, poco più di un’ora di strada, ma Zeno subito precisò che se avesse finito tardi l‘intervento avrebbe preferito pernottare lì, per non correre rischi durante la via del ritorno a causa della stanchezza. Del resto l’occasione era ghiotta, sapeva che in quelle zone si mangiava e, soprattutto, si beveva molto bene spendendo il giusto. Bingo per uno come lui!
Del resto, appena aveva sentito nominare Collio era scattato il flusso di coscienza che lo catapultò alla sua adolescenza, quando suo papà un sabato lo portò, con la scusa di visitare una vecchia zia, a frasche. Fu una scoperta sensazionale. L’esperienza di andare a bere vino e mangiare salumi e formaggi in queste case private di contadini, indicate alla buona lungo le strade che tagliavano campi e vigneti friulani, colpì particolarmente Zeno, che al tempo aveva 17 anni e pensava che le discoteche fossero l’unico passatempo degno di nota. E così ora, dopo una vita, poteva ripercorrere quelle strade e riscoprire vecchi sapori e tradizioni.
Il lavoro in sé non fu così complicata e non durò nemmeno molto, ma Zeno Raboso aveva già deciso di fermarsi. Voleva approfittarne a tutti i costi. Si era fatto consigliare da un paio di operai del posto alcune frasche e un ristorante che si trovava appena al di là del confine, in Slovenia. Nel frattempo, proprio a Dolegna del Collio, aveva trovato una sistemazione in un alberghetto e ne aveva approfittato per andare a rinfrescarsi e cambiarsi i vestiti.
Aveva notato, con grande gaudio, che lungo le uniche due strade che si incrociavano, era tutto un fiorire di cantine, una dietro l’altra. "Me le faccio tutte" pensò Zeno con l’acquolina in bocca. Si fece prestare una bici dall’albergo, poiché era una bella giornata di inizio maggio e c’era ormai luce fino alle otto. Meglio in bici per non rischiare, pensò.
Inoltre la bellezza del paesaggio con tutti quei dolci ronchi perfettamente disegnati dalle vigne si prestava a una lenta e immersiva contemplazione sui pedali. Ah, le degustazioni che bella invenzione! Iniziò dalla bellissima e moderna cantina a due passi dall’albergo e si concentrò soprattutto sui bianchi, Sauvignon, Friulano e Ribolla. Dopo il primo giro di assaggi, l’enologo, capì immediatamente che Zeno non era proprio un esperto e chiamò il magazziniere per versargli quello che desiderava. Zeno da parte sua non si tirava mai indietro e si era ridotto a commentare sempre e solo con l’aggettivo “buono”, non gli usciva nient'altro. Alla fine comprò una cassa di bottiglia in ognuna delle tre case vinicole che visitò. Non voleva esagerare, anche se un po’ lo aveva già fatto, con il vino a stomaco vuoto e non voleva nemmeno rovinarsi la cena. Decise quindi di fermarsi a tre cantine e, stava per congedarsi dall’ultimo addetto alle vendite, quando gli cadde l’occhio su una bottiglia simil-prosecco, vicino all’uscita.
"E questa cos’è?"
E’ la nostra Ribolla Gialla spumantizzata rispose il cantiniere e da quel momento la serata di Zeno prese la piega che non avrebbe dovuto. La mattina seguente si risvegliò nella camera doppia uso singola con un po' di batticuore e con la testa pesante. Sempre tutta colpa delle bollicine pensò Zeno....
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