top of page
Immagine del redattoreAnita Croci

Vinifera, una mostra mercato da raccontare

Artigianalità e legame con il territorio, questi sono i vini di Vinifera. Varrebbero tutti un racconto. Noi, per ora, ci limitiamo a cinque

Lo scorso fine settimana si è svolta a Trento la quarta edizione di Vinifera, la mostra mercato dedicata ai vini artigianali dell’arco alpino, organizzata da Centrifuga, associazione culturale che realizza e promuove iniziative dedicate a produzioni biologiche e sostenibili in campo agricolo e vitivinicolo.

Presenti oltre cento vignaioli, prevalentemente italiani ma con diverse presenze anche dall’Austria, la Francia, la Slovenia e la Svizzera. Li definiamo artigiani del vino perché esponenti di piccole e medie realtà produttive, che curano l’intero percorso dell’uva dal vigneto alla bottiglia. L’ambiente alpino impone loro una viticultura di fatica, dove l’ausilio di macchinari è minimo o nullo, spesso eroica, perché oltre a essere interamente manuale viene praticata in condizioni vertiginosamente estreme.

Il proprio territorio nella maggior parte dei casi è un’eredità trasmessa da generazioni, che si vuole custodire e tramandare a quelle future. Questo forte legame è all’origine di una viticultura praticata con rispetto e sapienza, investendo sui vitigni locali, talvolta riscoprendone di perduti o guardando a nuove varietà che possono interagire al meglio con l’ambiente.

Un enorme grazie a tutti loro, appassionati e instancabili nel racconto e nel confronto con il pubblico. Come sempre abbiamo assaggiato molto, ma non tutto: rimedieremo nelle prossime edizioni. Dal Trentino, il Riflesso Rosi 2020 di Eugenio Rosi, un rosato di grande personalità da tre vitigni; un ancora giovanissimo Isidor 2019, il Manzoni bianco dalle vigne in altura di Vignaiolo Fanti e la prima annata del Maor 2021 di El Zeremia, antico vitigno riscoperto da un ceppo aziendale. Dalla Lombardia, un’inusuale quanto affascinante versione secca e rosata del moscato rosso, lo 035 2021di Pietramatta, mentre dal Piemonte una croatina del 2009, il Trun di Garella.

Comments


bottom of page