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Immagine del redattoreGiovanni Tronchin

Leonardo Da Vinci e il vino di Milano


Il nome e il mito di Leonardo Da Vinci sono strettamente legati alla Lombardia e, in particolare alla città di Milano. Qui, nel 1482, il genio arrivò trentenne alla corte di Ludovico il Moro, portandosi dalla Toscana una grande passione, che contraddistingue a tutt'oggi questa regione, la vite.

Il Duca Ludovico lo sapeva bene e per questo, nel 1498, gli regalò una vigna a pochi passi dal Refettorio di Santa Maria delle Grazie, presso il quale Leonardo stava lavorando in quegli anni al celebre Cenacolo.

Un piccolo appezzamento confinante con la Casa degli Atellani, una bellissima residenza rinascimentale che Ludovico donò al suo fedele collaboratore Giacometto della Tela (da cui Atellani) nell'antico Borgo delle Grazie (l'attuale Corso Magenta).

500 anni dopo la morte dello scienziato, artista e inventore è successo qualcosa di prodigioso, proprio come le famose macchina di Leonardo.

Nel 2015 per EXPO Milano, grazie a un progetto scientifico, è stata realizzata la ripiantumazione della Vigna di Leonardo. Un processo iniziato con l'analisi del terreno che ha permesso di ritrovare vivo, isolare e replicare il ceppo originario, ovverosia la Malvasia di Candia Aromatica.

La vigna misurava 59 metri di larghezza e 175 metri di lunghezza, una volta e mezza un campo da calcio. Leonardo era molto legato a questa vigna, ci teneva così tanto che lasciò scritto nel testamento che alla sua morte la vigna venisse divisa in due parti, una per il suo servitore e una per il suo discepolo preferito, il Salaì.

Grazie a EXPO 2015 e alla scienza, tanto cara a Leonardo, è stato possibile ritrovare il DNA della vite e far rinascere la vigna, ricalcando esattamente il layout originario, ricostruendo un luogo magico, in cui il tempo sembra essersi fermato.

Nel 2018 c'è stata la prima vendemmia e nel 2019 il primo vino, la Malvasia di Milano, Anno I.



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