Un marchio, uno stile di vita e un asse culturale per valorizzare vino e territorio.
Si chiama Il Vino del Villaggio, il nuovo progetto di Donato Lanati nato con lo scopo di valorizzare il patrimonio enoico del Gran Monferrato e dell'Alto Piemonte. Ma non solo enoico anche culturale, storica e, soprattutto, nella sua distintività.
“Il vino diventa così meta di un percorso, di un’avventura in cui ogni passaggio è di qualità sostenibile e che ha cura di ogni dettaglio – dice Lanati – tanto da poter essere portato all’estero”.
Un vino per ogni Comune di grande qualità, garantita da degustazioni e analisi che sono state effettuate dalla studio Enosis e da Paolo Massobrio e Donato Lanati.
Fra i criteri di questa prima selezione, sono state scelte le cantine che offrono un’esperienza di enoturismo.
“Questo è un territorio in fermento col cuore che batte desideroso di fare un passo in più” ha continuato Lanati, ricordando riconoscimenti/eventi come Casale capitale del vino, Alto Piemonte e Gran Monferrato Capitale Europea del Vino 2024, Golosaria, 100 anni di Martinotti.
“Da qui, l’idea di un Marchio per dare ulteriore valore al grande patrimonio e alla distintività di queste terre. La domanda dei rossi è un po’ in crisi, mentre quella dei bianchi e dei rosati cresce. In questo scenario, i vini del Monferrato, essendo morbidi e anche più femminili, ne sono avvantaggiati, ma non basta. Occorre investire sui giovani offrendo loro un valore esperienziale, di cultura, di informazione e di comunicazione. Occorre fare in modo che il vino esprima nuovi interessi e tanta curiosità, quindi, bisogna agire con lungimiranza facendo squadra. Per questo, ho pensato al Vino del Villaggio: un marchio, uno stile di vita e un asse culturale che parta da Morbelli e arrivi al Pelizza da Volpedo, attraverso Carrà e qualche monastero benedettino. Un percorso di sostenibilità ambientale e sociale immerso nella natura”.
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