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Immagine del redattorePaola Marcone

Flûte, calice o coppa? A ogni bollicina il suo bicchiere

Siamo sicuri di scegliere il calice giusto per gustare al meglio le bollicine?

Metodo classico, demi sec, millesimato, metodo Martinotti, Champagne….

Possiamo brindare in tanti modi e nelle più diverse occasioni, ma scegliamo sempre il bicchiere più adatto per godere al meglio degli aromi e dell’effervescenza delle nostre bollicine?


La flûte (per l’Accademia della Crusca si può dire anche il flûte) è il bicchiere alto e sottile che è utilizzato più comunemente.


Scegliamolo, però, per vini con profumi delicati e semplici che hanno bisogno di concentrare gli aromi in uno spazio ristretto per risultare più intensi. Grazie alla superficie più limitata del bicchiere, poi, questi vini riusciranno a prolungare anche la loro effervescenza.


Bene, quindi, per spumanti non millesimati (di solito più complessi), non aromatici e dal gusto secco come possono essere delle bollicine ottenute con metodo Martinotti.

Un buon Prosecco, per esempio, dagli aromi freschi e immediati, saprà regalare tutta la sua piacevolezza gustato in una flûte.


Se, invece, vogliamo brindare con un grande Champagne o con spumanti più importanti ottenuti da Metodo Classico, magari millesimati ma sempre dal gusto secco, avremo bisogno di bicchieri più ampi.


La scelta allora potrà ricadere su un calice a forma di tulipano, con la pancia larga e l'apertura più stretta, così gli aromi maggiormente intensi e decisi di questi vini riusciranno a svilupparsi facilmente nella parte più ampia del bicchiere per poi risalire verso l’alto grazie all’effervescenza e concentrarsi nella parte ristretta senza disperdersi.


Cosa scegliere invece per un brindisi con bollicine dal gusto tendente al dolce o totalmente dolce, magari ottenute da vitigni aromatici?


E’ questo il momento di tirare fuori dalle credenze le vecchie coppe che ci sono state regalate da nonne e mamme!


Larghe e poco profonde si utilizzavano comunemente per Champagne e spumanti a partire dal XVIII secolo e fino a circa cinquant’anni fa.

Secondo alcuni la forma è stata modellata sul seno di Maria Antonietta, Diane de Poitiers o Madame Pompadour, a seconda delle varie leggende, ma altri accreditano più la tesi che la coppa sia stata disegnata per la prima volta in Inghilterra sul finire del XVII secolo, per essere destinata al consumo proprio dello Champagne.


In ogni caso il bicchiere ampio e poco profondo permetteva di esaltare il gusto dei vini che a quei tempi era molto più dolce di quello attuale: l’eccesso di effervescenza veniva disperso, rivelando tutta l’aromaticità della bevanda.


Anche se oggi, quindi, le coppe non vengono più così comunemente usate perché i vini hanno un gusto più secco, non dimentichiamoci di loro quando vogliamo bere spumanti aromatici come un Brachetto d’Acqui o spumanti con un bel residuo zuccherino, come un demi sec o un dolce.


E’ proprio in questi casi, infatti, che le coppe ci aiuteranno a godere in pieno del nostro brindisi, liberando l’effervescenza e regalandoci la piena aromaticità.


Buone bollicine a tutti!



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