Quando si prova a ricordare antiche testimonianze scritte del vino, sicuramente la nostra memoria non può non andare al libro IX dell’Odissea di Omero, laddove Ulisse offre a Polifemo del vino buonissimo che gli permetterà di mettere in atto il piano di fuga dalla grotta del ciclope.
Ma che vino era?
Ci troviamo nel mondo greco, quasi 1000 anni prima di Cristo, e lo stesso Omero ci dice che si tratta di un vino proveniente dalla Tracia, la parte di Grecia verso il Mar Nero.
Ce lo descrive come un vino a bacca rossa purissimo e molto forte (pare sia l’attuale Mavrud dei Balcani), che per essere bevuto va assolutamente mescolato con l’acqua.
E questo l’astuto Ulisse lo sa, per questo lo dà in purezza, senza annacquarlo, a Polifemo facendolo inebriare e addormentare. Del resto quel vino a Ulisse lo aveva donato il sacerdote Marone, che, sotto la sua ebbrezza, lo utilizzava per predire il futuro.
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