Christof Tiefenbrunner rappresenta la quinta generazione di una famiglia di vignaioli altoatesini. Coltiva, con la moglie Sabine, 25 ettari di vigneto dislocati dai 250 ai 1000 metri s.l.m. raggiunti dal vigneto di Müller-Thurgau più alto d’Europa.
Era il 1972 quando Herbert, padre di Christof, pianta una vigna di quasi un ettaro nel suo podere a 1000 metri di altitudine, al maso Favonia, maso della famiglia dal 1909.
Herbert sapeva bene che non era una cosa normale piantare viti a quell’altitudine e lo sconcerto generale ne dava conferma, ma lui era fiducioso sulla riuscita dell’operazione: un altro vigneto a 800 metri lo faceva ben sperare.
La scelta della varietà, il Müller-Thurgau, è stata quasi automatica. Lo aveva studiato alla scuola enologica di San Michele e il vigneto a 800 metri era una prova delle capacità del vitigno.
Il primo anno produce solo 40 litri. Scopre un vino diverso, più intenso e fruttato e, in bocca, più concentrato. Nel 1974 nasce ufficialmente la prima bottiglia, dall’etichetta particolare, che non si dimentica: il Feldmarschall Von Fenner Müller-Thurgau che prende il nome dal vecchio proprietario del maso. Nell’inverno 1980/81 il 90% del vigneto è stato distrutto dal vento; nel’81 è stato ripiantato e allargato fino a raggiungere, nel 1987, i 3,1 ettari complessivi. La produzione si attesta intorno alle 12/13000 bottiglie con una resa di 35 q.li/ettaro.
L’altitudine, secondo Christof Tiefenbrunner, è una buona soluzione per contrastare il cambiamento climatico che, soprattutto, si manifesta con scarsità di piogge.
A 1000 metri, la vigna è in ritardo di quattro settimane rispetto alle altitudini più basse.
Questo permette di avere una maturazione più lenta che aiuta un maggiore equilibrio tra gli zuccheri e le sostanze polifenoliche. Inoltre, si possono godere di giornate con maggiori escursioni termiche ottenendo vini più freschi, fruttati e complessi. Altitudini differenti producono vini differenti per aromi e concentrazioni.
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