Fare vino in maniera condivisa, inclusiva e a tutela del benessere ambientale e sociale
L’Azienda Agricola Cecchetto Giorgio rafforza la propria attenzione verso la tutela del territorio e della comunità, adottando la forma giuridica di Società Benefit e inserendo questo impegno all’interno del proprio atto costitutivo. Un modello di business vitivinicolo responsabile, attento alle persone e all’ambiente, che conferma la serietà della realtà di Tezze di Piave verso una viticoltura rispettosa e sostenibile.
“Ho sempre creduto – dichiara Giorgio Cecchetto, titolare dell’azienda – che condividere concretamente il modo di fare impresa potesse essere motivo di crescita personale e allo stesso tempo avere un impatto positivo sui collaboratori e sulle comunità locali in cui operiamo. Da imprenditori dobbiamo saper restituire al nostro territorio e non limitarci solo a prendere”.
Con l’espressione Società Benefit si definiscono tutte le realtà che nell’esercizio di un'attività economica, oltre allo scopo di dividerne gli utili, perseguono una o più finalità di beneficio comune e operano in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, collettività, territori e ambiente, beni e attività culturali e sociali, enti e associazioni e altri portatori di interesse. Questa forma giuridica è stata istituita dalla Legge di Stabilità del 2016 e costituisce un modello economico nuovo.
Per Cecchetto diventare Società Benefit rappresenta un ulteriore passo verso il consolidamento di un importante percorso di sostenibilità intrapreso nel 2017. La tutela del territorio – in cui oggi l’azienda produce i propri vini, in particolare le sue note interpretazioni di Raboso del Piave – avviene attraverso l’impiego di buone pratiche sia in vigneto che in cantina, ma soprattutto mediante il dialogo con le comunità locali per fare impresa in maniera condivisa e inclusiva.
Da questa visione nel 2022 è nato il primo Bilancio di Sostenibilità dell’azienda, premiato dal Corriere della Sera come il migliore nella categoria piccole e medie imprese italiane.
Comments