Una tre giorni di gusto, cultura e musica al Castello di Casale Monferrato.
Fissata la data della 2° Edizione di Anteprima Grignolino & Co, il tributo al vino autoctono più identificativo del Monferrato casalese, ricco di storia, virtù e potenziali che, dal 18 al 20 maggio prossimo, tornerà a palesarsi nelle sue diverse sfumature e peculiarità, tra le mura dell’antico Castello paleologo a Casale Monferrato.
Per il suo “debutto in società”, i campioni della vendemmia 2023 verranno accompagnati da padrini e madrine d’eccezione quali sono: lo stesso Grignolino (che quest’anno celebrai i suoi primi 50 anni di doc), nelle diverse tipologie e annate, la Barbera del Monferrato Casalese docg, il Rubino di Cantavenna doc e il Gabiano doc.
In programma, dunque, una tre giorni per ripercorrerne la storia, apprezzarne le qualità ritrovate e/o rivisitate, ma anche per analizzarlo, conoscerlo e comprenderlo attraverso un tempo lento da consumarsi all’interno di una cornice storica, che trasuda di un grande e importante passato. Un evento arricchito da un focus tecnico-scientifico per approfondire i temi della salute della vite (Progetto Pilota su 204 vigneti alessandrini condotti dal Consorzio di Difesa Alessandria sulla Flavescenza Dorata) e per affrontare le nuove disposizioni di legge legate all’etichettatura (la soluzione digitale per gestire la lista ingredienti e i valori nutrizionali nelle etichette).
Tra le novità di questa nuova edizione, l’angolo dedicato ai “Vini Ospite”, che quest’anno saranno il Timorasso e il Monferace.
L’evento si inserisce in un anno di grandi eventi celebrativi per il Monferrato enoico quali sono; i primi 10 anni di Patrimonio Unesco Monferrato degli Infernot nell’ambito dei Paesaggi Vitivinicoli Langhe-Roero e Monferrato; i 50 anni della doc Grignolino; i 60 dalla nascita delle prime doc italiane; i 100 anni dalla morte di Federico Martinotti di Villanova Monferrato (inventore del Metodo Martinotti e dell’introduzione del freddo in enologia).
Il Grignolino è un vino molto antico e rinomato, la cui storia è intrecciata con quella del Monferrato casalese. Durante il marchesato degli Aleramici, in Valle Ghenza figuravano contratti d’affitto con clausola di coltivare il Grignolino (XIII sec.), mentre nel XVII secolo, i Gonzaga ne trasferirono botti dal castello di Casale a Mantova. Durante il Regno di Casa Savoia, figurava nei menu reali e veniva annoverato tra i rossi pregiati. Con 700 vigneti mappati, il Monferrato della seconda metà dell’Ottocento era punto nevralgico e leader dell’enologia italiana. Il primo Spumante Grignolino fu quello dei Conti Callori di Vignale Monferrato (1880). Col riconoscimento Unesco dei Paesaggi Vitivinicoli Monferrato degli Infernot (2014), il Grignolino è tornato a riprendere vigore e a riconquistare importanza/dignità, con un imbottigliato in crescita (436mila bottiglie/anno); sempre più ricercato e apprezzato nelle sue tipologie tradizionale e Riserva, oltre che Metodo Classico e Metodo Martinotti con uve Grignolino, nonché Monferace.
Degne di curiosità anche due tra le più piccole doc italiane quali sono il Rubino di Cantavenna e il Gabiano (rispettivamente 11mila e 7mila bottiglie nel 2021) coltivate sull’ultimo crinale delle colline della Valcerrina che si affaccia sul grande fiume Po. A colpire, i particolari descrittori frutto di un altrettanto particolare terroir, per l’esclusiva combinazione di suolo, microclima, esposizioni e lavoro dell’uomo. Produzioni contenute ma preziose che, proprio nella limitata tiratura, trasferiscono il percepito dell’esclusività.
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