Barbera d'Asti + 5,6% e boom del Nizza con +13%. In crescita anche il Piemonte Rosato +142% e il Piemonte Rosso +42%.
I dati diffusi dal Consorzio di Tutela Barbera d'Asti e Vini del Monferrato certificano il gradimento delle 9 DOC e delle 4 DOCG che ne fanno parte.
"E' stato ovviamente un anno difficile, come per tutti - commenta Filippo Mobrici, presidente del Consorzio - ma i vari indicatori ci dicono che non solo abbiamo tenuto le posizioni alla grande, ma il nostro Consorzio cresce in termini numerici e, soprattutto, qualitativi. Dobbiamo insistere su questa strada, nel solco della tradizione e del cambiamento e di uno straordinario lavoro collettivo. Tanto è vero che sono sempre di più gli imprenditori anche non astigiani che investono sui nostri vigneti".
Tra le denominazioni che hanno fatto registrare incrementi significativi spicca la Barbera d'Asti Superiore che arriva a superare i 5 milioni di bottiglie (+ 5,6%). Si tratta di una Barbera invecchiata per 14 mesi, con 6 di affinamento in botte. In grande evidenza, con il +13%, il Nizza prodotto in 18 Comuni del Sud Astigiano in oltre 700 mila bottiglie top di gamma e con prezzi medi intorno ai 20 euro a bottiglia. "E' un dato che va oltre le nostre più rosee aspettative anche perché abbiamo avuto per lunghi mesi un blocco pressoché' totale delle forniture ad alberghi e ristoranti, ovviamente causa Covid", afferma Stefano Chiarlo, presidente dell'associazione produttori del Nizza, a cui aderiscono circa 70 aziende su una novantina in totale. "Esportiamo la metà della produzione e siamo presenti in una quarantina di Paesi. Abbiano mercati, come quello americano, dove il Nizza è richiestissimo. E ci sono imprenditori americani o nord europei che acquistano i vigneti nelle nostre zone".
Il Ruchè, da vitigno quasi dimenticato fino agli Anni '80, è diventato protagonista di una straordinaria ascesa. "Per noi si è chiuso un anno speciale. Il traguardo del milione di bottiglie è finalmente realtà Siamo una trentina tra produttori e qualche imbottigliatore e per noi questo è un dato davvero speciale", sottolinea Luca Ferraris, presidente dell'Associazione produttori. "Il nostro vino piace in Asia come negli Usa, a testimonianza del fatto che è ormai un vero brand noto internazionalmente".
L'Albugnano, prodotto in una ristrettissima fascia di vigneti da appena una ventina di produttori, è un Nebbiolo che non ha nulla da invidiare ai più celebrati confratelli albesi. "Dal 2017, quando abbiamo costituito l'Associazione produttori di passi in avanti ne abbiamo fatti molti", annota Andrea Pirollo, presidente dell'Associazione 549 che ha visto superare quota 60mila bottiglie (+18%), "la forza della squadra ci ha consentito di raggiungere obbiettivi neppure immaginabili. Dobbiamo cercare di crescere salvaguardando questo territorio unico anche per la sua biodiversità".
Spicca anche il +142% del Piemonte Rosato, che piace soprattutto ai cinesi, e il +42% del Piemonte Rosso: un milione di bottiglie in più dei dodici mesi precedenti per questo prodotto che unisce varietà diverse (Barbera, Nebbiolo, Dolcetto, Freisa e Croatina). Il Piemonte Viognier, prodotto da un vitigno a bacca bianca molto popolare in Francia, sta trovando ora molti nuovi estimatori anche sul mercato piemontese e non solo. Con 142mila bottiglie prodotte il Viognier ha fatto registrare un +190% rispetto al 2020. Ancora più straordinaria la performance del Monferrato Nebbiolo: 200mila bottiglie, 313% in più.
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